Un passo importante per lo sviluppo dell’e-commerce globale attraverso la disciplina del settore. Tra i vantaggi, l’interoperabilità e un accesso più semplice e sicuro al mercato per venditori e consumatori.
È stato firmato il primo accordo globale sull’e-commerce nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. La pubblicazione delle nuove regole arriva dopo cinque anni di negoziati che hanno coinvolto oltre 90 componenti della World Trade Organization (Wto) e hanno visto l’Ue protagonista di questa iniziativa con un ruolo attivo.
L’impatto dell’accordo su venditori e consumatori
Una volta integrato nel quadro giuridico della Wto, l’accordo sul commercio elettronico costituirà la base per le norme globali sul commercio digitale. Benefici sono attesi sia per i consumatori sia per le imprese: ne deriveranno transazioni elettroniche transfrontaliere più semplici, una riduzione delle barriere al commercio digitale e una maggiore innovazione nel settore. L’intesa permetterà inoltre di rafforzare l’inclusione digitale e la crescita economica dei Paesi partecipanti in via di sviluppo e meno sviluppati.
Grazie al nuovo sistema di regole, saranno sviluppate misure relative alla “protezione dei consumatori online” e alla limitazione dei messaggi elettronici commerciali non richiesti. Al centro, inoltre, la protezione dei dati personali. Le parti dovranno rafforzare le capacità degli enti nazionali di affrontare gli incidenti di sicurezza informatica e impegnarsi nella collaborazione transfrontaliera per identificare e mitigare le intrusioni.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo e commissario per il commercio della Commissione Europea, ha detto: “Siamo lieti di sostenere questo accordo sul commercio elettronico che rappresenta la prima serie di regole del commercio digitale globale in ambito Wto. Queste regole saranno fondamentali per stabilire un terreno comune ed evitare la frammentazione nello sviluppo di questo mercato. L’accordo andrà a vantaggio delle imprese e dei consumatori, contribuirà a integrare i paesi in via di sviluppo e quelli meno sviluppati nell’economia digitale globale e aiuterà a colmare il divario digitale”.
L’e-commerce rappresenta circa il 25% di tutto il commercio internazionale ed è cresciuto a un ritmo più rapido rispetto al commercio tradizionale. L’Ue è leader mondiale sia nelle esportazioni sia nelle importazioni di servizi digitali che ammontavano a 1.300 miliardi di euro nel 2022, ovvero il 54% del commercio totale di servizi dell’Ue.
Le tappe verso l’accordo
Nel dicembre 2017 a Buenos Aires si è tenuta l’undicesima conferenza ministeriale della Wto in cui un gruppo di 71 suoi membri, tra cui l’Ue, ha sponsorizzato una dichiarazione ministeriale congiunta che chiedeva l’avvio del lavoro esplorativo verso i futuri negoziati sul commercio elettronico. Questi sono iniziati formalmente nel gennaio 2019, quando 76 membri della Wto hanno confermato la loro intenzione di “cercare di raggiungere un risultato di alto livello che si basi sugli accordi e sui quadri esistenti della Wto con la partecipazione del maggior numero possibile di suoi componenti”. Da allora, altri soggetti hanno aderito all’iniziativa, portando il totale a 91 partecipanti, che complessivamente rappresentano oltre il 90% del commercio globale. L’iniziativa è presieduta da Giappone, Australia e Singapore, in qualità di co-convocatori.
I Paesi “assenti”
Un tema importante è però la necessità di consenso da parte di tutti i membri della Wto affinché le regole siano ratificate da Parlamento e Stati Ue. A questi negoziati hanno preso parte 91 dei 166 membri della Wto tra cui Arabia Saudita, Argentina, Canada, Cina, Nigeria. Tra gli assenti, gli Stati Uniti che hanno affermato – come riporta l’agenzia Reuters – che il nuovo testo rappresenta un importante passo avanti, ma che è ancora insufficiente e che è necessario lavorare ancora, anche per quanto riguarda la formulazione delle eccezioni dovute agli interessi essenziali della sicurezza.
“Siamo ansiosi di lavorare con i membri interessati per trovare soluzioni a tutti i problemi rimanenti e portare il negoziato a una conclusione tempestiva”, ha dichiarato l’ambasciatore statunitense della Wto Maria Pagan in un comunicato. Anche alcuni altri Paesi, come Brasile, Indonesia e Turchia, hanno espresso delle riserve, secondo una fonte commerciale di Ginevra. India e Sudafrica sono stati particolarmente critici sugli accordi che non coinvolgono tutti i membri.