Procede in maniera spedita (finanche affrettata, in ragione della prossima scadenza cruciale rappresentata dalle elezioni del Parlamento Europeo di maggio) il lavoro degli Organismi UE volto alla realizzazione e al consolidamento del mercato unico digitale attraverso la Consumer Deal.
A inizio marzo i rappresentanti degli Stati membri riuniti in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio Europeo hanno approvato la posizione del Consiglio su un progetto di direttiva (così detta “Consumer Deal”) avviato dalla Commissione nel 2017 e che modifica quattro direttive esistenti dell’UE a tutela degli interessi dei consumatori:
- la direttiva sulla pratiche commerciali sleali 2005/29/CE
- la direttiva sui diritti dei consumatori 2011/83/UE
- la direttiva sulle clausole abusive nei contratti 93/13/CEE
- la direttiva sull’indicazione dei prezzi 98/6/CE.
Tra le molte cose, il testo proposto impone ancora maggiore trasparenza per i consumatori sui mercati online, con l’obbligo di informare chiaramente i consumatori in merito ai seguenti aspetti:
- i principali parametri che determinano la classificazione delle varie offerte;
- se il contratto è concluso con un professionista o con un privato;
- se si applica la normativa di tutela dei consumatori;
- quale professionista (fornitore terzo o mercato online) è responsabile di garantire i diritti dei consumatori relativi al contratto (come il diritto di recesso o la garanzia legale).
Le nuove norme introdurranno anche una maggiore flessibilità nel modo in cui i professionisti possono comunicare con i consumatori, consentendo loro di utilizzare anche moduli web o chat anziché la posta elettronica, purché i consumatori possano tenere traccia delle comunicazioni con il professionista.
Sempre centrale nel dibattito rimane anche il discorso delle sanzioni, il che rende sempre più necessario per gli operatori del settore tenersi aggiornati e aggiornare i propri webshops alle disposizioni vigenti.
La direttiva prevede che le autorità nazionali abbiano in particolare la facoltà di infliggere sanzioni pecuniarie per un importo massimo pari al 4% del fatturato del professionista, per violazioni in materia di pratiche commerciali sleali, diritti dei consumatori e clausole abusive nei contratti.
La presidenza rumena del Consiglio Europeo esaminerà adesso con il Parlamento Europeo la possibilità di convenire sull’adozione della direttiva in prima lettura.
Sono in già in programma per il mese corrente due incontri con il Parlamento Europeo e con i rappresentanti della Commissione per approdare a un testo definitivo prima delle elezioni europee.