Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
In base alla nuova normativa, il limite per il pagamento di una fattura di beni e/o servizi sarà di 30 giorni, prorogabile a 60 giorni per il settore sanitario o in casi eccezionali e oggettivamente giustificati.
Oltre tali termini scatterà automaticamente l’obbligo di pagare gli interessi di mora in misura (annua) pari all’8% maggiorati del tasso di riferimento della BCE.
Il creditore avrà inoltre il diritto di ottenere dal debitore una somma di almeno 40 euro per coprire i costi di recupero del debito.
Le nuove regole dovrebbero garantire le piccole imprese dai ritardi nei pagamenti e favorire cosi l’innovazione e la creazione di posti di lavoro.
Nulla cambia invece per le transazioni B2B, ovvero tra aziende private: la direttiva stabilisce che le fatture dovranno essere liquidate entro 60 giorni salvo diversi accordi tra le parti.
Ora la nuova direttiva dovrà essere approvata definitivamente dal Consiglio e dal Parlamento UE (entro la fine di ottobre) ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla G.U.C.E.
I singoli stati membri avranno 24 mesi per recepire la direttiva nel proprio ordinamento e potranno mantenere o adottare disposizioni più favorevoli al creditore. La direttiva non impedisce quindi l’adozione di termini di pagamento più brevi o sanzioni più severe.
Un altro mattone va a consolidare le fondamenta del commercio elettronico in Europa. Adesso però ci vorrebbe un miracolo anche in Italia, perché le cause civili diventassero di colpo brevi e definitive, altrimenti cosa se ne fa un piccolo imprenditore di un’ottima legge, che gli da il diritto di riscuotere dopo 30 giorni, se poi non riesce a farsi pagare prima di 10 anni (quando sicuramente l’azienda debitrice fallita da un pezzo)? Ottima legge, ma noi ne godremo i frutti solo quando saremo usciti dal medio evo.