Nuovi problemi per Meta legati al DSA: un’indagine per proteggere i minori, dopo quella recente sulla disinformazione elettorale
Un’altra indagine per violazione del DSA (Digital Services Act) per Meta. L’ultimo procedimento formale avviato dalla Commissione Ue riguarda il timore che “i sistemi di Facebook e Instagram, compresi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini e creare effetti di isolamento e depressione rischiosi per la loro salute mentale”. Sotto la lente anche i metodi di verifica dell’età messi in atto dalla piattaforma che gestisce i social Facebook e Instagram.
Come spiega il sito europa.today.it, il timore della Commissione Ue è che gli algoritmi possano finire per condurre i bambini verso quello è definito ‘effetto rabbit hole’: archivi nascosti e pericolosi di materiali inappropriati di vario genere che possono danneggiare i bambini nell’età della formazione, o meccanismi che possono provocare tratti di dipendenza dall’uso delle piattaforme stesse.
L’attenzione è rivolta soprattutto sui “rischi causati dalla progettazione delle interfacce online di Facebook e Instagram, che possono sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori e causare comportamenti di dipendenza, e/o rafforzare il cosiddetto effetto ‘tana del coniglio’”.
Questa la risposta di Meta: “Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte alla loro età. Per questo nell’ultimo decennio abbiamo sviluppato oltre 50 strumenti e policy pensate proprio per proteggerli. Questa è una sfida che tutto il settore si trova ad affrontare, e siamo pronti a condividere maggiori dettagli sul nostro lavoro con la Commissione Europea”.
L’indagine su Meta
La portavoce Ue Johanna Bernsel ha spiegato che l’apertura dell’indagine formale è stata decisa sulla valutazione dell’analisi preliminare. Questa, a sua volta, si basa sulla relazione che Meta ha inviato alla Commissione nello scorso settembre e sulle risposte ad alcuni quesiti che l’esecutivo Ue ha posto successivamente alla società di Zuckerberg. La Commissione ha dunque deciso di aprire l’indagine perché nutre dubbi sulle spiegazioni fornite riguardo ad alcuni aspetti riguardanti la tutela dei minori.
Questo il post del commissario europeo Thierry Breton, in merito alla vicenda: “Oggi apriamo un’indagine formale Dsa contro Meta. Non siamo convinti che abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi Dsa per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram”.
Durante le indagini, che non hanno una scadenza, l’Ue avrà il potere di adottare misure provvisorie e decisioni di non conformità. Per chi viola le norme, il Digital Services Act prevede multe fino al 6% del giro d’affari annuo globale delle società e, in caso di recidiva, il divieto di operare in Europa.
I precedenti
o scorso 22 aprile l’Ue, sulla base degli stessi timori relativi alla tutela degli adolescenti, aveva aperto un’indagine nei confronti di TikTok, ai sensi della legge sui servizi digitali. Pochi giorni dopo il popolare social cinese ha sospeso il suo programma a premi sulla app Lite in Francia e in Spagna.
Mentre a fine aprile un’altra indagine era stata avviata dalla Commissione nei confronti di Meta per il sospetto di disinformazione, pubblicità ingannevole e segnalazione di contenuti illegali sui social, oltre alla mancanza di un efficace strumento di monitoraggio in tempo reale in vista delle elezioni europee di giugno.