Shein è una Big tech, dovrà conformarsi al Digital Services Act

La Commissione UE ha stabilito che la piattaforma e-commerce Shein deve rispettare le regole europee più stringenti previste dal DSA, quelle che si applicano cioè alle Big tech, con particolare riferimento a protezione degli utenti e lotta a contenuti e prodotti illegali

La piattaforma e-commerce Shein, accusata già da tempo di vendere prodotti contraffatti, pericolosi e generati dallo sfruttamento dei lavoratori, è ora obbligata a rispettare le norme previste dal Digital Services Act in quanto considerata Big tech dalla Commissione Europea.

Il sito di fast fashion cinese, fondato nel 2008 da Chris Xu a Nanchino (Cina) e attivo in Europa dal 2010, ha dichiarato 108 milioni di utenti mensili nell’Ue. Ben oltre la soglia di 45 milioni di utenti a partire dalla quale i big player sono soggetti a una regolamentazione rafforzata. Dunque Shein è ora considerata “very large platform” al pari di Aliexpress, Amazon, Tik Tok, per un totale di 23 piattaforme. Da fine agosto dovrà sottoporsi a audit esterni e fornire l’accesso ai propri algoritmi al regolatore così da monitorare il rispetto del DSA.

Shein dovrà inviare alla Commissione una relazione annuale, frutto di una costante sorveglianza sui prodotti e contenente valutazioni sugli “effetti negativi sulla salute dei prodotti venduti e sulla sicurezza dei consumatori, con particolare attenzione al benessere fisico e mentale degli utenti minorenni”.

Shein e le disposizioni del DSA

Come forma di prevenzione del rischio, inoltre, Shein è chiamata a “fornire un elenco dei beni contraffatti, non sicuri e articoli che violano il copyright”. Dovrà presumibilmente cambiare anche i termini di servizio oltre a migliorare l’interfaccia utente e il processo di moderazione per rimuovere velocemente articoli illegali e perfezionare gli algoritmi per evitare la promozione di prodotti proibiti.

Una mole di lavoro elevata quella che spetta al sito di fast fashion cinese per adeguarsi a tutto ciò che il DSA prevede per le Big tech che intendano vendere ancora in Europa: revisione dei processi interni, delle risorse, dei test e della documentazione, delle attività di supervisione di qualsiasi azione volta all’individuazione dei rischi sistemici.

Per quanto riguarda, in particolare, la tutela dei minori, Shein è tenuta a impedire la vendita di oggetti per loro dannosi e a sviluppare “sistemi per limitare l’acquisto di articoli soggetti a limiti di età”. 

Norme sono previste poi in materia di trasparenza e accesso ai dati: pubblicazione di relazioni sulla trasparenza in relazione alle decisioni di moderazione dei contenuti e sulla gestione dei rischi ogni sei mesi, oltre alle relazioni sui rischi sistemici e sui risultati degli audit una volta all’anno e, infine, accessibilità dei dati anche ai ricercatori, compresi quelli designati dai coordinatori dei servizi digitali.

Dal suo lato, Shein tramite Leonard Lin – responsabile delle relazioni pubbliche globali del colosso – commenta: “condividiamo l’ambizione della Commissione di garantire che i consumatori nell’UE possano fare acquisti online in tutta tranquillità e ci impegniamo a fare la nostra parte. Condividiamo inoltre l’impegno verso i principi di trasparenza e responsabilità che sono al centro del DSA, come riflesso nei nostri standard di governance della catena di fornitura e nel nostro impegno con gli utenti. Continueremo a lavorare in modo costruttivo con la Commissione europea per garantire un ambiente sicuro e conforme alla nostra comunità online”.

Redazione

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