Meta ha modificato la policy sulla privacy, consentendo l’uso dei dati di circa 4 miliardi di utenti iscritti per addestrare il proprio programma di AI. La Ong austriaca Noyb ha presentato denuncia a undici Garanti per la privacy europei ottenendo una momentanea sospensione
La nuova privacy policy di Facebook, Instagram e WhatsApp, diffusa a maggio, conteneva il riferimento alle intenzioni di Meta di usare i dati personali degli utenti per allenare modelli di intelligenza artificiale.
L’AI, per funzionare al meglio, infatti, ha bisogno di essere istruita e alimentata da un altissimo numero di informazioni e dati, come quelli disponibili sui due social network, che hanno oltre 4 miliardi di utenti iscritti nel mondo.
Il colosso digitale ha chiarito che avrebbe addestrato l’AI attraverso il programma specifico Llama 3.1, solo con i dati pubblici degli utenti di Facebook e Instagram senza, in alcun modo, usare dati presenti in chat private.
Alcuni fattori hanno sin da subito sollevato le proteste. Innanzitutto, le notifiche relative all’aggiornamento della privacy policy hanno raggiunto solo un gruppo ristretto di utenti in Europa e Stati Uniti.
Inoltre, la base giuridica del legittimo interesse, avanzata da Meta per l’uso dei dati e vigente in Europa, pone gli utenti davanti alla sola possibilità di opporsi (opt-out) e non di scegliere a monte se fornire o meno il consenso (opt-in).
Il colosso, a seguito di una prima ondata di proteste, ha dovuto rilasciare una dichiarazione ufficiale n cui, comunque, non è stato indicato un termine specifico per l’avvio dell’uso dei dati. A seguire, sono stati chiariti, attraverso una pagina ad hoc, i dati che sarebbero stati utilizzati.