Lavoratori digitali: più tutele con la nuova direttiva Ue 

Via libera alle nuove norme introdotte per contrastare il falso lavoro autonomo, migliorare la gestione algoritmica delle persone con un controllo umano e proteggere i lavoratori anche rispetto ai dati personali

Il Parlamento Europeo ha adottato la direttiva sul lavoro delle piattaforme digitali. Le nuove norme mirano a garantire una classificazione corretta della posizione lavorativa dei riders e altre categorie di lavoratori e a correggere il lavoro autonomo fittizio. Inoltre, per la prima volta nell’UE, la direttiva vieta che una persona che esegue un lavoro su piattaforma possa essere allontanata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Secondo quanto affermato nella seduta plenaria dalla relatrice Elisabetta Gualmini, “con questa direttiva, fino a 40 milioni di lavoratori delle piattaforme dell’Ue avranno accesso a condizioni di lavoro eque”.

Il contesto

Le piattaforme attive in Ue sono più di 500, danno lavoro a oltre 28 milioni di persone che si prevede diventeranno circa 43 milioni entro il 2025 (dati 2021 della Commissione europea). Le piattaforme di lavoro digitali sono presenti in una varietà di settori economici, sia sul territorio come per i servizi di taxi o trasporto passeggeri e le consegne di cibo, sia online con servizi come l’assistenza a bambini e persone anziane, i servizi di alloggio o ancora le traduzioni e l’insegnamento.

Mentre la maggior parte dei lavoratori delle piattaforme digitali è formalmente autonoma, circa 5,5 milioni di persone potrebbero essere erroneamente classificate come lavoratori autonomi. In base al report Istat sui lavoratori delle piattaforme digitali in Italia, riferito al 2022 e aggiornato a febbraio 2024, 565mila persone tra i 15 e i 64 anni hanno dichiarato di aver svolto almeno un’ora di lavoro in questo ambito. L’identikit di chi più spesso fa questa attività è di età 30-44 anni (2,0%), un maggior numero di uomini rispetto alle donne (1,8% rispetto a 1,3%) e con un titolo di studio elevato (laurea e oltre 2,6%).

Cosa prevede la nuova legge

Dal punto di vista della situazione occupazionale, la nuova legge obbliga i Paesi UE a introdurre una presunzione di rapporto di lavoro subordinato quando sono presenti fatti che indicano il controllo e la direzione, conformemente al diritto nazionale e ai contratti collettivi, e tenendo conto della giurisprudenza dell’UE.

Questa presunzione legale confutabile del rapporto di lavoro deve avere il fine di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma di lavoro digitale e la persona che vi svolge il lavoro. L’intento è aiutare il lavoratore a beneficiare della presunzione, correggendo così il falso lavoro autonomo. L’onere della prova spetterà alla piattaforma che dovrà dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro.

Gli algoritmi e l’organizzazione del lavoro delle piattaforme

Per quanto riguarda la gestione algoritmica, le piattaforme dovranno garantire il controllo umano su decisioni importanti che incidono direttamente sui lavoratori. La digitalizzazione sta cambiando il mondo del lavoro, migliorando la produttività e aumentando la flessibilità, ma comporta anche alcuni rischi per l’occupazione e le condizioni di lavoro. In questo contesto, l’infrastruttura digitale delle piattaforme mediante la quale si fornisce un servizio ai clienti è lo strumento attraverso cui viene organizzato e gestito il lavoro. Attraverso gli algoritmi, le piattaforme di lavoro digitali organizzano, in misura minore o maggiore a seconda del loro modello di business, l’esecuzione del lavoro, la sua retribuzione e il rapporto tra i clienti e le persone che svolgono il lavoro. Molte delle piattaforme di lavoro digitali esistenti sono imprese internazionali che sviluppano le loro attività e i loro modelli di business in diversi Stati membri o a livello transfrontaliero. 

Ora le nuove regole stabiliscono che, con la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori, sia effettuata regolarmente, e in ogni caso ogni due anni, una valutazione dell’impatto delle decisioni individuali prese o sostenute dai sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati sui lavoratori, se opportuno anche sulle loro condizioni di lavoro e sulla parità di trattamento sul lavoro. Inoltre, le persone incaricate dalla piattaforma di svolgere la funzione di sorveglianza e valutazione devono disporre delle competenze, della formazione e dell’autorità per non accogliere le decisioni automatizzate. In ogni caso, qualsiasi decisione di limitare, sospendere o chiudere il rapporto contrattuale o l’account di una persona che svolge un lavoro mediante piattaforme digitali o qualsiasi altra decisione di pregiudizio equivalente dovrà essere presa da un essere umano. 

La direttiva introduce anche norme che proteggono in modo più solido i dati dei lavoratori delle piattaforme digitali. Sarà vietato elaborare alcuni tipi di dati personali, come informazioni sullo stato emotivo o psicologico e sulle convinzioni religiose e politiche del lavoratore.

Prossimi passi

Il testo dovrà ora essere adottato formalmente anche dal Consiglio. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno due anni per integrare le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale.

Redazione

Lo spazio dedicato all'informazione, alle notizie e a tutti gli aggiornamenti sul mondo del commercio elettronico

Non ci sono ancora commenti

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

CONTATTI

Via Lana, 5 | 25020 FLERO (BS)

Tel 030.358.03.78
redazione@lineaecommerce.it

LINEAeCOMMERCE

Lo spazio dedicato all'informazione, alle notizie e a tutti gli aggiornamenti sul mondo del commercio elettronico

CHI SIAMO

Linea ecommerce è un prodotto editoriale curato da Aicel (Associazione italiana commercio elettronico) con l'obiettivo di fare cultura e informazione sul mondo delle vendite online di beni e servizi, sugli sviluppi normativi del settore e più in generale sul digitale. Un canale per essere sempre aggiornati riguardo all'evoluzione dell'ecommerce e alle sue tendenze.