«Apprendiamo dalla stampa dell’iniziativa di CNA “Digitalizzi@moci”, “un progetto per avvicinare le imprese del sistema CNA alle opportunità della web-economy, avviando contemporaneamente alla formazione giovani studenti […]”. Iniziative per la crescita della conoscenza del web e delle sue potenzialità sono senz’altro da supportare, specie in questi momenti in cui il nostro paese non ha ancora compreso le potenzialità della rete, soprattutto del settore e-commerce. Le nostre preoccupazioni come associazioni giungono dalle modalità di erogazione del servizio». Lo affermano in una nota congiunta Andrea Spedale, presidente di Aicel (Associazione Italiana Commercio ELettronico), e Roberto Scano, presidente di IWA Italy (International Webmasters Association Italia).
«Nel comunicato di CNA si legge che “Le imprese potranno così creare gratuitamente il proprio primo sito web e il portale e-commerce e gli strumenti social” il tutto con il “supporto del “giovane digitalizzatore”, che avrà l’opportunità – attraverso la partnership con le istituzioni locali (Regioni in primis) e appositi strumenti formativi per scuole superiori e università – di formarsi e fare un primo passo nel mondo delle imprese, contribuendo ad innovarle”. CNA intende quindi affiancare alle aziende associate degli studenti, ovvero persone che professionalmente non svolgono attività inerenti il Web e l’e-commerce, alle proprie aziende al fine di avvicinarle all’uso di questi strumenti di rete per promuovere le proprie attività».
«L’uso di un “apprendista digitale” ha sicuramente un importante valore aggiunto sotto il profilo della formazione, ma comporta alcuni rischi da non sottovalutare. Il “giovane digitalizzatore” non ha un’adeguata conoscenza non solo della reale applicazione tecnica della teoria appresa nel percorso formativo, ma anche di formazione lavorativa (necessità, ad esempio, del rispetto di normative vigenti in materia fiscale e di protezione dati personali, trattamento dei dati, ecc.).
Questo comporta alcuni rischi per le imprese, tra cui – e non si tratta del rischio minore – la perdita di fiducia verso lo strumento Web in caso di non immediato raggiungimento degli obiettivi preposti stante la tipologia di servizio “pacchettizzato” offerto».
«Va poi sottolineato che le professionalità di rete non sono più qualcosa di “fumoso” e “sconosciuto”: la professionalità di rete non si acquisisce esclusivamente con lo studio. L’agenda digitale europea ha ben definito le necessità di identificare gli skill professionali di chi opera nell’ICT e come sezione italiana dell’associazione IWA/HWG abbiamo avviato delle attività per la definizione e riconoscimento delle figure professionali operanti nel settore, ottenendone altresì l’inserimento nel framework europeo CEN – tra gli obiettivi della già citata agenda digitale europea (e italiana). Tali profili sono in fase di utilizzo anche nel nostro Paese sia in ambito formativo – da parte di istituti tecnici – sia da parte di amministrazioni pubbliche per i bandi di gara e le forniture di servizi. Aicel e IWA stanno operando insieme per inserire all’interno di questo profilo le specifiche figure operanti nell’e-commerce».
«Aicel e IWA vogliono sottolineare la difficoltà di poter garantire la professionalità del lavoro svolto da “apprendisti digitali”: così come CNA richiede ai propri associati competenza e professionalità nello svolgimento del proprio lavoro, deve altresì prevedere – a tutela dei propri associati – che nei propri accordi medesima professionalità venga garantita alle figure professionali operanti in altri settori.
Per avviare un’attività e-commerce servono competenze specifiche che solo aziende e professionisti con relativo compenso sono in grado di offrire, non uno studente in materia: le cui responsabilità poi di eventuali danni su chi si rivarrebbero?».