Il 2021 si apre con il protrarsi dell’emergenza sanitaria e, conseguentemente, delle limitazioni alle attività degli esercizi commerciali stabilite a livello regionale e nazionale.
L’ISTAT ha stimato che a gennaio 2021 il calo congiunturale per le vendite al dettaglio è del 3,0% in valore e del 3,9% in volume. Si assiste anche ad una lieve crescita delle vendite dei beni alimentari (+0,1% in valore e +0,3% in volume) alla quale purtroppo si i contrappone una forte riduzione per i beni non alimentari (-5,8% in valore e -7,2% in volume).
Nel trimestre novembre 2020-gennaio 2021, le vendite al dettaglio diminuiscono in termini congiunturali del 6,7% in valore e del 7,3% in volume. L’andamento negativo è determinato dai beni non alimentari che calano del 13,2% in valore e del 14,0% in volume, mentre le vendite dei beni alimentari sono in crescita (+1,9% sia in valore, sia in volume).
In questo contesto caratterizzato dalla pandemia, rispetto a Gennaio 2020, l’ecommerce segna una crescita decisa (+38.4%). Male le altre forme di distribuzione tradizionale, specialmente quelle delle imprese operanti su piccole superfici (-14,3%) che risentono pesantemente del calo del settore non alimentare.
Su base tendenziale, a gennaio, le vendite al dettaglio diminuiscono del 6,8% in valore e dell’8,5% in volume. Anche in questo caso si registra un deciso calo per i beni non alimentari (-15,5% in valore e -17,1% in volume) e un aumento per i beni alimentari (+4,5% in valore e +3,8% in volume).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali negative per quasi tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di elettrodomestici, radio, tv e registratori (+11,7%) e dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (+9,9%). Le flessioni più marcate riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-36,4%) e abbigliamento e pellicceria (-33,0%).