Ecommerce cinesi: l’Ue vuole imporre dazi doganali

L’Europa si sta preparando alla lotta contro le spedizioni in massa di prodotti di scarsa qualità, venduti a basso costo e provenienti da ecommerce cinesi quali Temu, Shein e AliExpress, attraverso l’applicazione di dazi doganali

La Commissione europea ha in progetto l’applicazione di dazi doganali sui prodotti a basso costo provenienti dalla Cina. L’obiettivo è contrastare l’afflusso di merce di scarsa qualità venduta tramite piattaforme ecommerce quali Temu, AliExpress e Shein.

Attualmente molti articoli economici importati da questi siti non sono soggetti a dazi doganali se il loro valore è inferiore a 150 euro (negli Stati Uniti questa soglia è fissata a 800 dollari). Questo avviene grazie a un’esenzione denominata Duty free, secondo il regolamento de minimis che la Commissione ha già chiesto di abolire. Per i prodotti che superano questa soglia, invece, la percentuale dei dazi a oggi applicati varia a seconda del tipo di merce spedita. 

Con l’eliminazione di questa esenzione la Commissione Europea intenderebbe contrastare l’afflusso di prodotti che spesso non rispettano gli standard di sicurezza europei e che rappresentano una concorrenza sleale per i produttori locali. Gli obiettivi principali ai quali punta la Commissione sono due: garantire maggiore equità nel mercato europeo e tutelare i consumatori da prodotti difettosi o persino dannosi.

Lo scorso anno sono stati importati in Ue 2,3 miliardi di articoli al di sotto della soglia dei 150 euro e la Cina, con il suo 20,5% di merci, è stata il principale esportatore di prodotti verso il territorio europeo.

La Commissione discute da tempo di un piano per mettere fine dell’esenzione dai dazi nell’ambito di una riforma doganale. Le tasse verrebbero imposte solo ai rivenditori che spediscono nell’Ue fuori dal blocco geografico: i venditori con una base in Europa, come Amazon, difficilmente saranno colpiti.

Dazi alla Cina, dubbi e incertezze

Rispetto alle decisioni che verranno prese, si pongono alcune questioni: la paura di un eccessivo carico di lavoro per i funzionari doganali, con capacità già al limite, e la sicurezza europea rispetto al giro di vite sulle merci a basso costo.

A febbraio il gruppo Toy Industries of Europe ha dichiarato di aver acquistato 19 giocattoli da Temu, denunciando il fatto che nessuno di questi fosse conforme agli standard dell’Ue. Il gruppo ha sottolineato che tra questi, 18 presentavano un grave rischio per i bambini. L’iniziativa ha portato alla rimozione di tali prodotti dal sito europeo dell’azienda cinese.

Lo scenario geopolitico attuale e l’incremento delle spedizioni via aerea

L’applicazione di dazi doganali alle spedizioni provenienti da aziende fuori dalla Ue, di qualunque entità, potrebbe indirettamente porre rimedio a un altro problema: il notevole aumento dei costi delle spedizioni via aerea.

Il rallentamento del traffico navale provocato, a partire da novembre 2023, dagli attacchi Houthi ai cargo, ha causato, infatti, un considerevole dilatamento dei tempi di spedizione delle merci via mare. Le navi portacontainer hanno dovuto modificare le rotte passando per il capo di Buona Speranza, nel sud del continente africano, anziché per il Canale di Suez. 

La situazione geopolitica in cui versa lo Yemen, unita all’aumento della domanda di prodotti cinesi da parte di utenti europei e statunitensi, ha portato a un aumento dei costi di spedizione aerea che, stando a quanto riferito dal The Wall Street Journal, nel periodo compreso tra giugno 2023 e giugno 2024 sono saliti da 5 a 18 dollari/Kg per le spedizioni dal sud-est della Cina verso Ue e Usa. 

Un incremento vertiginoso quello delle spedizioni di prodotti cinesi nel territorio europeo e statunitense: la piattaforma Temu invia ogni giorno 4mila tonnellate di prodotti e Shein 5mila.

Al momento non sono ancora noti i tempi in cui si realizzerà il giro di vite dell’Ue sugli ecommerce cinesi.

Redazione

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