E-commerce e dazi doganali, scelta strategica

Con la proroga della moratoria sui dazi doganali per il commercio elettronico, riconosciuto il ruolo di catalizzatore del settore per la crescita economica, l’innovazione e l’inclusione sociale

All’ultimo vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) si sono riuniti i rappresentanti dei 164 Paesi membri che insieme incidono su più del 98% del Pil globale. Uno dei dossier affrontati è stato quello del commercio elettronico. Riguarda una moratoria emanata per la prima volta nel 1998 e attualmente ancora in vigore che impedisce l’applicazione di dazi doganali sulle transazioni transfrontaliere di e-commerce. Questa esenzione dalle tasse doganali per prodotti digitali, come software, e-book e altri servizi ad alta intensità di dati, è stata prorogata di due anni.

In un’era in cui le frontiere digitali si stanno espandendo oltre la nostra immaginazione, la decisione di estendere la moratoria sui dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche non è solo un cenno alla natura ininterrotta del commercio moderno, ma un coraggioso impegno a promuovere un ambiente in cui innovazione, accessibilità ed equità possono prosperare. Questa risoluzione apparentemente anacronistica è, in realtà, una pietra angolare per costruire un futuro in cui il commercio digitale possa trascendere le barriere tradizionali, dando vita a una nuova era di prosperità economica e connettività che rispetti l’eredità del commercio abbracciando al tempo stesso il potenziale del mondo digitale.

La decisione politica ha implicazioni tecniche significative, poiché sostiene l’infrastruttura dell’economia digitale e consente il libero flusso di dati attraverso i confini. Rimuovendo le barriere finanziarie alle trasmissioni digitali, l’Omc riconosce il ruolo fondamentale dei dati come linfa vitale dell’economia moderna, favorendo un ambiente in cui le imprese possono innovare e competere a livello globale. Questa estensione è particolarmente rilevante nel contesto delle tecnologie emergenti come blockchain, intelligenza artificiale (AI) e Internet of Things (IoT). Tali tecnologie fanno affidamento sui flussi di dati transfrontalieri e la moratoria ne sostiene efficacemente lo sviluppo e l’integrazione nei sistemi commerciali globali. Ad esempio, la tecnologia blockchain, che consente transazioni sicure e trasparenti, trae notevoli vantaggi da questa decisione, poiché spesso comporta il trasferimento di risorse digitali oltre confine.

I benefici si ripercuotono anche sull’occupazione: dal punto di vista economico, è una misura lungimirante che riconosce il contributo dell’economia digitale al Pil globale e all’occupazione. Secondo un rapporto del McKinsey Global Institute, i flussi digitali – che comprendono lo scambio di informazioni, beni, servizi e capitali – sono aumentati in modo esponenziale, incidendo in modo significativo sulla crescita economica. Garantendo che i prodotti digitali rimangano esenti da dazi doganali, l’Omc promuove lo sviluppo del commercio digitale e incoraggia i Paesi ad adottare tecnologie digitali, adattandovisi e stimolando così l’innovazione, la competitività e la diversificazione economica.

Rispetto allo sviluppo del commercio elettronico questa decisione è importante perché testimonia il riconoscimento da parte dell’organizzazione del potenziale di trasformazione di tale mercato e la sua efficacia come catalizzatore per la crescita economica, l’innovazione e l’inclusione sociale. L’obiettivo è creare condizioni di parità consentendo alle economie in via di sviluppo di partecipare più pienamente all’economia digitale. In tal modo, l’Omc contribuisce a colmare il divario, migliorando l’accesso a informazioni, beni e servizi per un segmento più ampio della popolazione globale. Non si tratta dunque semplicemente di mantenere lo status quo, ma di riconoscere le disparità nella preparazione digitale e nelle infrastrutture tra i Paesi e agire strategicamente per costruire un futuro digitale più equo e prospero, abbracciando sia le sfide che le opportunità presentate dalla frontiera digitale.

Devid Jegerson

Dr. Devid Jegerson COO, InvestBank Devid vanta una grande esperienza nel campo dei pagamenti digitali, del settore bancario e in altri componenti critici del settore dell'e-commerce. La sua carriera comprende 4,5 start-up, il lancio sul mercato della prima carta prepagata ricaricabile(2002), il primo conto bancario Revolut eMoney (2006), un intero gateway di pagamento eCommerce con acquisizione licenza (2008), il primo sistema P2P europeo simile a Venmo (2014) e la prima piattaforma di pagamento cloud in Medio Oriente (2016). La sua carriera è stata rivoluzionaria nel settore dei pagamenti e del settore bancario, in realtà come noon.com negli Emirati Arabi Uniti, PayPal, Fastweb e IWBank in Italia. Recentemente, come parte del team fondatore e CEO of Payments di noon.com, ha portato la sua notevole esperienza globale nei pagamenti elettronici a supporto della piattaforma cloud di e-commerce appena lanciata nella regione MENA. In precedenza è stato Responsabile Pagamenti presso una primaria banca italiana, gestendo i pagamenti elettronici e lanciando servizi come i sistemi UBI PAY Mobile per NFC, wallet e mPOS. Inoltre, ha lavorato alla regolamentazione europea PSD2 per i sistemi di pagamento; ha anche fatto parte del team fondatore del sistema di pagamento peer-to-peer Jiffy (ora parte di NPSS della Banca Centrale degli Emirati Arabi Uniti) che è stato determinante nel lancio della Banca Digitale di UBI Banca. Membro del consiglio di amministrazione di Webidoo, Etisalat UAE Trade Connect e altre società, attraverso un approccio visionario e strategico unito a straordinarie capacità di esecuzione, nel suo ruolo di COO, sta guidando la strategia di turnaround in InvestBank, UAE. Ha conseguito un dottorato di ricerca nell’ambito della accettazione e diffusione delle criptovalute all'Università di Abu Dhabi, un EMBA presso il MIP-Politecnico di Milano, Italia, e un Master in Mercati e Strategie d'Impresa presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia. È autore del libro: “Pagamenti elettronici. Dal baratto ai portafogli digitali.” (2016, goWare) e numerosi articoli di ricerca pubblicati su giornali scientifici.

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