Divieto cookie di terze parti: Google rinvia al 2025

Google, per la terza volta, ha posticipato al 2025 la messa la bando sui cookie di terze parti nel browser Chrome, fornendo come motivazione la necessità di ulteriori test e revisioni 

Google ha annunciato un ulteriore rinvio della rimozione dei cookie di terze parti nel browser Chrome, spostando la data prevista per l’attuazione al 2025. Questa decisione segna il terzo ritardo per la policy relativa ai sistemi di tracciamento della navigazione online e per l’introduzione della Privacy Sandbox, il pacchetto di tecnologie messe a disposizione dei pubblicitari da Google per sostituire i cookie nella loro funzione di profilazione degli utenti. I cookie di terze parti sono quei dati inviati al browser da un sito web diverso da quello che si sta visitando, per aiutare gli inserzionisti a mostrare annunci personalizzati.

In origine, Google aveva programmato di eliminare i cookie di terze parti entro il 2022 per il suo impegno a migliorare la privacy degli utenti, scelta posticipata prima al secondo semestre 2023 e dopo a quello 2024. 

La spiegazione del nuovo rinvio, affidata a un post sul blog del motore di ricerca, pare sia legata alla necessità di conciliare feedback divergenti da parte dell’industria, regolatori e sviluppatori, e alla richiesta di tempo aggiuntivo da parte della Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito per esaminare i risultati dei test di settore.

Intanto Google ha iniziato a testare nel browser una nuova funzione chiamata “Tracking Protection”, che impedisce ai siti web di accedere ai cookie di terze parti e che era attiva per impostazione predefinita durante la fase di test. In caso di necessità, era prevista la possibilità per gli utenti di riattivare temporaneamente i cookie di terze parti per il corretto funzionamento di un sito web specifico.

Cos’è la Privacy Sandbox di Google

Privacy Sandbox è un progetto pluriennale realizzato da Google in collaborazione con le community del web e delle app per sviluppare un set di tecnologie volte all’evoluzione, in modo sostanziale, della privacy sul web, garantendo allo stesso tempo una Rete più aperta e libera. 

Come Hanne Tuomisto-Inch, Director, Privacy Sandbox Partnerships EMEA, ha spiegato in un’intervista rilasciata a SkyTg24 “il sistema corrente di pubblicitĂ  e profilazione online, creato decine di anni fa e basato sui cookies di terze parti è diventato inadatto e per questo c’era bisogno che tutto il settore industriale rispondesse con una tecnologia nuova, sviluppata attraverso prodotti che abbiano la privacy al centro. Ecco perchĂ© giĂ  dal 2019 è partita l’iniziativa Privacy Sandbox che ha l’obiettivo di abilitare un ecosistema sano e robusto, sempre sostenuto dagli annunci pubblicitari, che rispetti la privacy degli utenti. Partiamo dall’assunto che non bisogna per forza accettare di essere tracciati per ottenere contenuti pertinenti”. 

Giungere a un ecosistema digitale con un livello di privacy maggiore e una minore dipendenza da cookie di terze parti richiede un processo graduale e complesso, come il continuo ritardo di Google nell’attuazione del divieto sui cookie di terze parti dimostra. Infatti, questo ennesimo rinvio riflette proprio la complessitĂ  delle sfide tecniche e regolatorie associate, in generale, alla gestione della privacy online. 

Redazione

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