Commissione Ue contro Meta: con “pay or consent” viola il Dma

Il meccanismo “pay or consent” chiede agli utenti di Facebook e Instagram di scegliere se pagare per evitare annunci o navigare gratis concedendo l’uso dei dati per pubblicità mirate. Secondo la Commissione europea, il modello violerebbe le norme del Dsa sulla concorrenza digitale

Le piattaforme online come Meta spesso raccolgono dati personali attraverso servizi propri e di terzi al fine di fornire servizi pubblicitari online. Per la posizione significativa che occupano sui mercati digitali, i gatekeeper sono riusciti a imporre alla loro ampia base di utenti condizioni di servizio che consentono loro di raccogliere enormi quantità di dati personali. Questo comporta potenziali vantaggi rispetto a concorrenti con meno accesso a una quantità così vasta di informazioni personali.

A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento 2022/1925 sui mercati digitali (DMA, Digital Market Act), i gatekeeper devono chiedere il consenso degli utenti alla combinazione dei loro dati personali provenienti dai servizi di piattaforma di base designati e da altri servizi e, se un utente rifiuta tale consenso, dovrebbe essere disponibile un’alternativa meno personalizzata ma equivalente. Non è consentito subordinare l’uso del servizio o di determinate funzionalità al consenso degli utenti.

In risposta alle modifiche della normativa, nel novembre 2023 Meta ha introdotto l’offerta binaria “pay or consent”, in base alla quale gli utenti di Facebook e Instagram dell’Unione Europea sono chiamati a scegliere tra la sottoscrizione di un abbonamento mensile per l’accesso a una versione dei social network senza pubblicità, oppure l’accesso a una versione gratuita a fronte del consenso all’uso dei dati personali per annunci pubblicitari personalizzati. 

Secondo Bruxelles il modello non consente agli utenti una terza via, ovvero un’opzione che preveda un servizio che utilizzi una combinazione minore di dati personali ma che sia comunque equivalente al servizio basato sugli “annunci personalizzati”. In sostanza, il sistema binario proposto da Meta non permette agli utenti di esercitare il diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei propri dati personali.

“Per garantire il rispetto del Dma – ha specificato la Commissione – gli utenti che non acconsentono dovrebbero comunque avere accesso a un servizio equivalente che utilizzi meno i loro dati personali per la targettizzazione della pubblicità”.

Per tali ragioni, la Commissione Europea ha avviato un’indagine, condotta con le autorità competenti per la protezione dei dati, e informato Meta delle sue conclusioni preliminari secondo cui il modello pubblicitario “pay or consent”, per pagare ed evitare pubblicità o non pagare e consentire l’uso dei propri dati, “non è conforme al Digital Markets Act (Dma)”. 

Secondo il parere preliminare della Commissione questa scelta binaria “costringe gli utenti ad acconsentire alla combinazione dei loro dati personali e non fornisce loro una versione meno personalizzata ma equivalente dei social network di Meta”.

La Commissione concluderà l’indagine entro dodici mesi dall’avvio del procedimento. Nel frattempo, i social network hanno la possibilità di difendersi esaminando i documenti  dell’indagine e rispondendo alle accuse.

Redazione

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