Commercio al Dettaglio: 3 imprese su 100 fanno eCommerce qui

In 5 anni, crescono di 10mila unità i venditori on-line: oltre 23mila le imprese B2C che fanno ecommerce

Secondo i dati della ricerca Infocamere, negli ultimi cinque anni sono cresciute di 10mila unità le imprese che vendono sul web, a fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell’intero comparto del commercio al dettaglio. Una crescita in termini percentuali pari al 55% nei cinque anni con un tasso di crescita medio annuo pari al 14%

ecommerce italia 2020 - Crescita in valori assoluti

il Sud scommette sull’eCommerce

Lo studio condotto da Infocamere mette in evidenza che a puntare sul “negozio” online sono stati soprattutto gli imprenditori del Sud.
Sebbene la Lombardia si distingua per il numero più elevato di imprese che vendono su internet (4.406), tra il 2015 e il 2020 Campania e Basilicata si posizionano al top per i ritmi di crescita rispetto al resto dell’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo).

Crescita ecommerce in Italia. Valori regione per regione

Più in dettaglio confrontando il segmento delle vendite web con l’intero mondo del commercio, tra il 2015 e il 2020, le imprese della vendita al dettaglio attraverso internet sono aumentate di 9.840 unità. Nello stesso periodo, invece, l’insieme del settore del commercio al dettaglio ha perso 44.751 imprese, pari ad una riduzione media annua dell’1% nel quinquennio (passando da 866.291 mila a 821.540mila unità).

Altro aspetto importante messo in risalto dallo studio, è relativo alla forma giuridica. Sono le società di capitali a registrare un’impennata essendo più che raddoppiate in 5 anni. In aumento considerevole, anche se meno marcato, le ditte individuali che, nello stesso periodo, hanno totalizzato una crescita del 61,4%.

Dato sottostimato? Il parere di AICEL

Abbiamo discusso questi dati con Andrea Spedale, Presidente AICEL, l’Associazione Italiana del Commercio Elettronico. Subito sono stati messi in evidenza alcuni aspetti importanti.

” Si tratta di una fotografia reale al 31 Marzo 2020 ma che con certezza matematica non esprime il vero stato del settore” ha dichiarato il Dott. Spedale che ha poi approfondito meglio spiegando che “lo studio, rielaborazione dei dati presenti nelle Camere di Commercio, tiene in considerazione le attività che hanno dichiarato come attività principale o secondaria il “commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet” ovvero le società che hanno dichiarato come attività il codice atecori 47.91.1
Fino a prima del lockdown, il codice attività era sconosciuto ai più e spesso il codice attività utilizzato era quello relativo all’attività specifica del bel bene o servizio venduto.
Lo vediamo tutti i giorni: ogni 10 nuove domande di ammissione che riceviamo in AICEL, solo in 3 riscontriamo la presenza del codice Atecori nel camerale.”

Il Presidente ha poi continuato mettendo in risalto l’importanza del canale eCommerce per lo sviluppo delle attività tradizionali: “lo studio evidenzia una tendenza inequivocabile: il canale cresce!
Ci dice anche che l’eCommerce non è il carnefice delle attività tradizionali, ma semmai un indispensabile aiuto alla sopravvivenza.
Siamo in un mercato sempre più globale e sempre più digitale, le attività tradizionali devono guardare oltre.”

coronavirus ed eCommerce: il cambiamento nei consumi

Dai dati distribuiti da Infocamere, sembra che le imprese italiane stiano davvero imparando a guardare oltre anche spinte dal cambiamento delle abitudini di consumo che, soprattutto in epoca di coronavirus, ha spostato una parte degli acquisti sull’on-line.
Lo sanno bene gli imprenditori di alcuni settori come il grocery e il beverage che hanno visto schizzare le loro vendite fino al 300% e che quindi hanno avuto una marcia in più.
“E’ vero. Alcuni dati raccolti durante la pandemia hanno messo in luce questo aspetto per alcuni settori e un’altro diametralmente opposto per altri. In linea generale c’è stato comunque un aumento delle vendite on-line.
Oggi moltissime aziende si stanno attivando sul canale eCommerce.
Il vero rischio è l’improvvisazione e le offerte di eCommerce gratis, di eliminazione dei tabù per vendere di più e la falsa convinzione che non servano investimenti non aiutano affatto. L’online è un mercato diverso, con regole diverse, dinamiche diverse e costi diversi. Il rischio di farsi ‘male’ è davvero alto!
La nostra Associazione è a disposizione di quanti vogliano affacciarsi al mondo eCommerce ed è pronta a seguire e formare le attività sin dalle fasi di avvio delle procedure burocratice -come il codice attività ateco-, della creazione delle giuste condizioni di vendita e policy privacy fino allo sviluppo del sito eCommerce attraverso la nostra rete di Agenzie Accreditate AICEL. (il network agenzie è disponibile qui certifico.aicel.org)”

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