Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sulle nuove misure per l’imposta sul valore aggiunto nel digitale. Dal 2030 nuove regole su fatture elettroniche, comunicazione dei dati in tempo reale e sulle attività svolte tramite piattaforme digitali
L’obiettivo principale del nuovo regolamento europeo è quello di combattere la frode fiscale, sostenere le imprese e promuovere la digitalizzazione. I ministri economici europei, riuniti nel consiglio Ecofin, hanno recentemente approvato il pacchetto sull’Iva nell’era digitale, con lo scopo di regolamentare un mercato con ancora troppe zone d’ombra.
Tre i principali cambiamenti apportati: entro il 2030 le comunicazioni sui dati dell’imposta sul valore aggiunto dovranno essere obbligatorie e digitali per le transazioni tra Stati membri; le piattaforme online di trasporto passeggeri (ad esempio Uber) o di alloggio breve (tra cui Airbnb e Booking) dovranno far pagare l’Iva ai consumatori e girarla poi agli Erari e, infine, tutti i sistemi fiscali nazionali entro il 2035 dovranno diventare interoperativi tra loro.
I rappresentanti dei 27 dell’Ecofin sono, inoltre, d’accordo sulla possibilità per gli Stati membri di esentare le PMI da queste norme, destinate principalmente ai colossi con fatturati che superano il miliardo di dollari.
Per Mihaly Varga, ministro delle Finanze dell’Ungheria e presidente di turno dell’Ecofin “dopo quasi due anni di negoziati, il Consiglio ha raggiunto un accordo sul pacchetto Iva. Un risultato importante che rappresenta una pietra miliare per la transizione digitale e un passo significativo nel miglioramento della competitività dell’Ue”.
Il voto conclude un procedimento durato quasi due anni. La Commissione ha presentato le proposte legislative l’8 dicembre 2022, e adesso l’Ue si dota di nuovi strumenti al termine di un negoziato complicato chiuso grazie a un compromesso sull’economia digitale. Il Consiglio ha fornito agli Stati membri una maggiore flessibilità, ampliando la definizione di “locazione di alloggi a breve termine a fini fiscali”, semplificando il contesto fiscale, promuovendo la digitalizzazione e riducendo i costi degli adempimenti per le imprese. Il Consiglio ha inoltre deciso un breve periodo di transizione per l’applicazione delle norme da parte delle aziende.
Cosa cambia dal 2030
l pacchetto “VAT in the digital age” prevede prima di tutto l’obbligo di rendicontazione dei dati in tempo reale e in formato digitale: non saranno più consentite le dichiarazioni riepilogative. Diventa, inoltre, obbligatoria la fatturazione elettronica (e-invoicing) per le transazioni business-to-business transfrontaliere, considerata essenziale per evitare perdite di gettito IVA nel mondo del business della mobilità e dell’accoglienza.
Infine sarà creato uno sportello unico per la registrazione dell’IVA che renderà interoperativi tutti i sistemi fiscali nazionali entro il 2035, salvo slittamenti. Stime della Commissione individuano perdite complessive per 61 miliardi di euro per la mancata riscossione dell’Iva. Soldi che potrebbero essere impiegati per finanziare il rilancio dell’economia o mettere in ordine i bilanci statali. E’ convinzione dei ministri Ecofin che con le nuove regole sulla fatturazione elettronica e con la stretta alla libertà assoluta delle piattaforme, il pacchetto contrasterà, riducendole, le frodi fiscali.